![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
||||
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
||||||||||||||
![]() |
![]() |
||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
![]() Da modulari a strutture
Una struttura di acciaio che si protende nello spazio
come una cattedrale gotica, un alternarsi di cerchi triangoli e quadrati,
una superficie di rame segnata dall'incisività degli acidi, scandiscono
il clima della scultura di Paolo Lizzi e quel suo percorso espressivo
attraverso il tempo e la materia e le sottili inquietudini esistenziali. Le forme emergono da una sequenza di sottili emozioni che presiedono alla formulazione dell'opera, da una materia ricca di energia, da "fasci modulari in tensione", come ha rilevato Marida Faussone presentandolo, nel 1992, a Palazzo Robellini di Acqui Terme. Per questa personale al "Piemonte Artistico e Culturale", promossa dalla Regione Piemonte, Lizzi presenta una serie di sculture che esprimono la sua volontà di trasmettere il senso della vita, dell'amore, di una sottesa religiosità che si identifica con composizioni quali "Preghiera" o "Salmo 151", rese con una cercata e voluta purezza delle forme: levigate, calibrate, meditate. Forme che hanno la lucentezza dell'acciaio inox, il fascino
antico del legno di tiglio, la plasticità del bronzo. Un dettato estremamente controllato, senza cedimenti e momenti tipicamente figurativi, ma sempre risolto mediante le cadenze di un lirico astrattismo. E lungo questo cammino, Lizzi ha anche realizzato gioielli, orologi (pezzi unici), monili che testimoniano, insieme ai "pezzi" dedicati ad alcune discipline sportive (campionati del mondo di calcio, tennis, ), la sua capacità di trasformare un'idea in oggetti preziosi, raffinati, dalle linee eleganti che sono stati premiati in manifestazioni internazionali. Autore del bassorilievo in bronzo collocato nel Salone del Consiglio del Palazzo della Provincia di Asti e del Monumento al Fante nel Parco Bramante, sempre ad Asti, l'artista si esprime, quindi, a seconda delle occasioni e dei formati, l'intensità di un pensiero che si fa documento di un "dire" profondamente insito nella sua personalità e nella formazione alla scuola di Sandro Cerchi all'Accademia Albertina. Le sculture da "parete", i ciondoli, le "tavole" trattate con polifosfato di potassio (che rende arabescate le superfici e, contemporaneamente, capaci di restituire particolari figurazioni), mettono in evidenza l'abilità e il linguaggio di Lizzi. Sospese, aeree, penetranti, le sue "strutture" consegnano a quanto nostro tempo l'incontaminato incanto di una simmetria che diventa scultura e la scultura spazio dalle rarefatte atmosfere, mentre le misurate scansioni formali appaiono segnali di una umanità rivisitata tra "work in progress" e interiore narrazione. Angelo Mistrangelo Torino, ottobre 1999 |
|