Da modulari a strutture

Sempre di sostanza
Dove la sorte ci precorse o il numero,

fummo la fissità del movimento,
identità soggiunta a identità,
tempo nel tempo vivendo.

Mario Luzi

 

Una struttura di acciaio che si protende nello spazio come una cattedrale gotica, un alternarsi di cerchi triangoli e quadrati, una superficie di rame segnata dall'incisività degli acidi, scandiscono il clima della scultura di Paolo Lizzi e quel suo percorso espressivo attraverso il tempo e la materia e le sottili inquietudini esistenziali.
Un discorso che - ha scritto Gian Giorgio Massara, potremmo definire "concetto spaziale", ma "Lizzi subito ci suggerisce il termine 'Penumatizzazione', vale a dire l'individuazione della spiritualità del mondo greco…".
E di tale direzione, si delinea l'essenza di una ricerca che si snoda mediante una elaborazione in cui l'artista sviluppa il "concetto di una scultura non 'scolpita' ma plasticamente assemblata" (Francesco Lodola), di una interpretazione della realtà legata a un'intima spiritualità, alla luce che suggerisce una forma o un frammento di linea o un elemento geometrico.

Le forme emergono da una sequenza di sottili emozioni che presiedono alla formulazione dell'opera, da una materia ricca di energia, da "fasci modulari in tensione", come ha rilevato Marida Faussone presentandolo, nel 1992, a Palazzo Robellini di Acqui Terme.

Per questa personale al "Piemonte Artistico e Culturale", promossa dalla Regione Piemonte, Lizzi presenta una serie di sculture che esprimono la sua volontà di trasmettere il senso della vita, dell'amore, di una sottesa religiosità che si identifica con composizioni quali "Preghiera" o "Salmo 151", rese con una cercata e voluta purezza delle forme: levigate, calibrate, meditate.

Forme che hanno la lucentezza dell'acciaio inox, il fascino antico del legno di tiglio, la plasticità del bronzo.
La rigorosa successione degli elementi costitutivi le sculture, i riferimenti all'alta lezione di Kandinsky, l'impiego di materiali industriali, concorrono a creare il dettato Lizzi.

Un dettato estremamente controllato, senza cedimenti e momenti tipicamente figurativi, ma sempre risolto mediante le cadenze di un lirico astrattismo.

E lungo questo cammino, Lizzi ha anche realizzato gioielli, orologi (pezzi unici), monili che testimoniano, insieme ai "pezzi" dedicati ad alcune discipline sportive (campionati del mondo di calcio, tennis, …), la sua capacità di trasformare un'idea in oggetti preziosi, raffinati, dalle linee eleganti che sono stati premiati in manifestazioni internazionali.

Autore del bassorilievo in bronzo collocato nel Salone del Consiglio del Palazzo della Provincia di Asti e del Monumento al Fante nel Parco Bramante, sempre ad Asti, l'artista si esprime, quindi, a seconda delle occasioni e dei formati, l'intensità di un pensiero che si fa documento di un "dire" profondamente insito nella sua personalità e nella formazione alla scuola di Sandro Cerchi all'Accademia Albertina.

Le sculture da "parete", i ciondoli, le "tavole" trattate con polifosfato di potassio (che rende arabescate le superfici e, contemporaneamente, capaci di restituire particolari figurazioni), mettono in evidenza l'abilità e il linguaggio di Lizzi.

Sospese, aeree, penetranti, le sue "strutture" consegnano a quanto nostro tempo l'incontaminato incanto di una simmetria che diventa scultura e la scultura spazio dalle rarefatte atmosfere, mentre le misurate scansioni formali appaiono segnali di una umanità rivisitata tra "work in progress" e interiore narrazione.

Angelo Mistrangelo

Torino, ottobre 1999


PAOLO LIZZI - SCULTORE
scultore@paololizzi.com
risoluzione video 800x600 - browser versione 4 o successive