La forma nello spazio

Lo scultore Paolo Lizzi è oggi preside dello storico liceo Artistico, antica emanazione dell'Accademia Albertina; ieri studente del medesimo liceo, quindi allievo di Sandro Cerchi in Accademia. E non è forse casuale che la sua prima mostra del 1969 avvenga proprio presso la galleria Accademia diretta allora da Pietro Barsi.

Oggi vediamo le opere di Paolo esposte nella prestigiosa sede del Piemonte Artistico e Culturale, sotto l'egida della Regione Piemonte, mostra preceduta dalla sua presenza a New York, Basilea, in Arabia.

Nella casa-atelier di Asti - in un ordine degno di un film - vediamo allineate le sculture, gioielli compresi, di carattere informale oppure basate sul senso dell'astrazione resa poetica, sottolineata dal critico Francesco Lodola; grande eleganza e anche senso del colore negli sfondi lavorati con gli acidi, nel verde intenso del bronzo, nella luce dell'acciaio.

Leggendo la produzione di Lizzi, Marida Faussone registra due problematiche strutturali, linguistiche e materiche, valori che ritroviamo nei monumenti, da Asti per la libertà inteso nel simbolico librarsi delle bandiere (Palazzo della Provincia), alle sculture per ricordare i Caduti, per il Fante, sino alla fontana Old River eretta in piazza Astesano.

L'intento di Paolo è quello di rivalutare le forme attraverso il segno - che è sinonimo di energia - con immagini rigorosamente geometriche già care agli autori della Rinascenza.

Anche il tema della Fede - per il nostro ex allievo fattosi scultore, convinto delle certezze divine - trova spazio nella bellissima Preghiera, composta da elementi che via via si elevano negli spazi, superando così il senso della materia e in Salmo 151 (ultimo e inventato salmo, quindi), ove l'inox riflette la luce in un anelito di spiritualità.

Più complesso il lavoro delle lastre metalliche, scaldate a fuoco e successivamente offerte al lavorio degli acidi:composizioni nelle quali il colore che casualmente scaturisce dall'operazione chimica esalta le forme per accostarsi successivamente a elementi materici ottenuti a cera persa, percorsi che simboleggiano la vita.

In una vetrinetta , gli ori, gli argenti combinati con lo smalto, gli orologi preziosi (su basi si cristallo di rocca, citrino, il raro topazio azzurro, l'ametista) premiati oltre oceano: minuscole e raffinate sculture che rispondono pienamente al programma che Paolo si prefigge, cioè seguire una linea di pensiero coerente, lasciare segni nella materia, tendere alla spiritualità dell'essere, racchiudere in una forma le energie che l'uomo ha dentro di sé; lasciare infine che gli aquiloni si librino in un cielo privo di nubi, finalmente liberi.

Questo il nostro e il suo AUGURIO per l'umanità, allo scadere del ventesimo secolo.

Gian Giorgio Massara

Arona, ottobre 1999


PAOLO LIZZI - SCULTORE
scultore@paololizzi.com
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